Ogni bambino, ogni alunno, deve poter immaginare, sognare e progettare il proprio percorso di vita grazie al rapporto di fiducia che instaura con se stesso e col mondo intero.
La capacità di leggere, di scrivere, di far di conto, di utilizzare un linguaggio ed un vocabolario appropriati sono strumenti sempre più necessari non solo per rendere efficace ed efficiente la rete delle comunicazioni personali ed interpersonali, ma anche per rinforzare ogni giorno l’immagine di sé stessi.
Tuttavia, non sempre i processi di apprendimento facilitano queste acquisizioni, portando bambini e ragazzi a chiedersi “perchè non capisco?” “sono stupido?”.Di estrema importanza è l’impatto emotivo che tali difficoltà possono avere su bambini, ragazzi e genitori. Per evitare che si instauri una percezione di sè stessi negativa è importante riuscire ad intervenire e riconoscere il più tempestivamente possibile la presenza di un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA).
Ma, cosa sono i DSA?
Con l’acronimo DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) si intende una categoria diagnostica, relativa ai Disturbi Evolutivi Specifici di Apprendimento che appartengono ai disturbi del neurosviluppo (DSM- 5, 2014), che riguarda i disturbi delle abilità scolastiche, ossia Dislessia, Disortografia, Disgrafia e Discalculia (CC-2007).
La Consensus Conference dell’Istituto Superiore di Sanità (CC-ISS, 2011) definisce i DSA disturbi che coinvolgono uno specifico dominio di abilità, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Essi infatti interessano le competenze strumentali degli apprendimenti scolastici.
Sulla base del deficit funzionale vengono comunemente distinte le seguenti condizioni cliniche:
- Dislessia: disturbo nella lettura (il bambino/ragazzo è lento e/o scorretto nel leggere);
- Disortografia: disturbo nella scrittura (il bambino/ragazzo fa molti errori nella scrittura)
- Disgrafia: disturbo nella grafia (la scrittura appare illeggibile e lenta);
- Discalculia: disturbo nelle abilità di numero e di calcolo (difficoltà nel calcolo a mente e/o scritto, difficoltà nel comprendere le quantità, nell’operare con i numeri, etc.).
La psicologia da sempre si è occupata di studiare i processi di apprendimento, mentre l’interesse per i disturbi dell’apprendimento risulta essere più recente in Italia e ha avuto un’improvvisa impennata dopo la promulgazione della Legge 170 del 2010.
Finalmente la scuola, la famiglia e i clinici che si occupano degli apprendimenti hanno gli strumenti per interagire in maniera strutturata e sinergica a vantaggio della qualità complessiva dell’intervento.
La diagnosi di DSA non è un processo semplice, soprattutto per l’indagine dei fattori di esclusione e per la frequente comorbidità con altre condizioni cliniche. Tale complessità richiede competenze multidisciplinari e una stretta collaborazione tra alunni, famiglie, scuola e clinici.
Nell’art.3 della L.170/2010 si parla di «specialisti o strutture accreditate». Nell’Accordo sancito in Conferenza Stato-Regioni del 25 luglio 2012 si parla di «servizi pubblici e soggetti accreditati» (art.1 c.1), ma, nel caso i tempi fossero troppo lunghi o mancassero tali strutture, le Regioni possono accreditare anche le équipe o le strutture private («ulteriori soggetti privati», art.1 c.4). Questi devono dimostrare di disporre di un’équipe multidisciplinare, composta da Neuropsichiatra Infantile, Psicologo, Logopedista e eventualmente altri professionisti sanitari (art.2 c.1). La diagnosi clinica in Italia è permessa solo a psicologi (L.56/89) e medici.
Nella prima fase della valutazione si rilevano il livello cognitivo generale e le competenze strumentali di lettura, scrittura e calcolo. In questa fase i professionisti coinvolti sono lo psicologo e il logopedista.
Una particolare attenzione deve essere posta nella indagine anamnestica che deve indagare, oltre alle classiche aree di raccolta delle informazioni, lo sviluppo visivo e uditivo, tenendo conto del bilancio di salute operato dal pediatra o dal medico curante del bambino. Dai dati acquisiti in questa fase, il clinico è in grado di valutare, dopo la verifica strumentale relativa alla presenza dei sintomi di inclusione, se indicare ulteriori accertamenti relativi ai criteri di esclusione.
Nella seconda fase, il neuropsichiatra, attuerà alcune indagini atte a considerare i cosiddetti fattori di esclusione, ossia la presenza di patologie o anomalie sensoriali, neurologiche, cognitive e di gravi psicopatologie.
A seguito della valutazione verrà redatta una relazione clinica in cui verrà descritto il funzionamento del bambino e nella quale saranno presentati gli strumenti compensativi e le misure dispensative da mettere in atto nella didattica.
Tale relazione servirà alla scuola per poter stilare il Piano Didattico Personalizzato (PDP) ovvero uno strumento che nasce per gli studenti con DSA, citato all’interno della legge 170/2010 e delle linee guida seguenti.
Questo strumento esplicita la programmazione didattica personalizzata che tiene conto delle specificità segnalate nella diagnosi di DSA. E’ un documento che compila la scuola e rappresenta un patto d’intesa fra docenti, famiglia e istituzioni socio-sanitarie nel quale devono essere individuati e definiti gli interventi didattici individualizzati e personalizzati, gli strumenti compensativi e le misure dispensative che servono all’alunno per raggiungere in autonomia e serenità il successo scolastico.
Studio ParLAMi è accreditato alla valutazione di prima identificazione dei Disturbi Specifici di Apprendimento ed inserito nelle apposite liste regionali, secondo quanto previsto dalla Legge 170/2010 (Equipe 214).
Per maggiori informazioni potete contattare la Dott.ssa Sara Pizzocheri , referente dell’Equipe DSA.
Riferimenti Bibliografici
- Consensus Conference (2007), Disturbi Evolutivi Specifici dell’Apprendimento – Raccomandazioni per la pratica clinica definite con il metodo della Consensus Conference, Milano, 26 gennaio.
- Istituto Superiore di Sanità (ISS), Sistema Nazionale Linee Guida (2011), Consensus Conference Disturbi Specifici di Apprendimento, http://snlg–iss.it/cc_disturbi_specifici_apprendimento.
- A.A.V.V. (2014). DSM-5, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quinta edizione, Milano, Raffaello Cortina Editore.
Riferimenti Normativi
- Legge n.170, 8 ottobre 2010 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico”.
- Accordo Stato-Regioni 25 luglio 2012 su “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione diagnostica dei disturbi specifici di apprendimento (DSA)”.
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